La Forest Therapy si fonda sul rituale giapponese dello Shinrin-Yoku, metodo sviluppato negli anni ’80 dal governo nipponico in risposta al declino del benessere della società, ampie aree di riserva naturale sono state rimboschite e la pratica è stata sviluppata per aiutare i giapponesi a trovare la loro pace nella natura.
Il Giappone è ricco di foreste, è uno dei paesi con l’area forestale più estesa, nonostante ci sia un’alta concentrazione della popolazione nelle città.
All’inizio degli anni 2000, il Giappone ha poi formalizzato la medicina forestale come trattamento scientifico ufficiale, finanziando molti studi sui benefici fisiologici e psicologici dello stare in foresta.
Ma il legame giapponese con gli ecosistemi forestali risale a molto prima degli anni ’80, la religione giapponese dello Shintoismo contiene infatti molti miti e divinità che vivono nella foresta.
Lo Shintoismo è nato dall’ambiente forestale, e, più che una religione nel senso tradizionale del termine è un modo di essere, il cui principio alla base è proprio il rispetto e la convivenza con la natura.
Nel Giappone rurale, i santuari Shintoisti divennero punti focali nella comunità, che proteggevano e preservavano attivamente le foreste circostanti come parte della loro pratica spirituale, e ancora oggi non è insolito trovare persone che pregano nelle foreste.
Lo Shinrin-yoku, inoltre, è connesso al Buddhismo, allo Zen e all’estetica giapponese, una filosofia che è una vera e propria guida di vita che passa attraverso l’osservazione della natura per sciogliere attaccamenti e superare le paure.
La Forest Therapy è un’avventura di profonda comunione, e comunicazione, con la natura, che viene attuata con tutti i sensi, l’immersione sensoriale deve essere completa e fatta con consapevolezza, per mettere “il corpo davanti alla mente” e raggiungere così un incontro profondo con la natura.
Lasciando che la nostra mente riposi e il nostro corpo faccia esperienza ricontattiamo parti di noi ormai assopite, reintegrando risorse fisiche, psicologiche e interiori.
Come esseri umani veniamo dalla terra, siamo biologicamente programmati per vivere nella natura, ci siamo evoluti insieme, ritornare in natura, quindi, oltre a farci sentire a casa ci risintonizza sui sensi in modo più dettagliato e profondo, riportandoci in contatto con la risonanza più profonda dentro di noi, lo spirito animale, il lato istintivo, il risultato è un cambiamento generativo nelle nostre vite, sotto tutti i punti di vista (fisico, psicologico, interiore, spirituale).
E’ un’esperienza estetica, poetica, per ritornare alla dimensione naturale che abbiamo perso, per ri-cordare (“riportare al cuore”) la naturalezza del vivere in armonia con la natura, per riabilitare i sensi a percepire la vera bellezza, ristabilendo grazie ad essa il giusto equilibrio cuore-mente-spirito.
La Forest Therapy è oggi annoverata tra le terapie preventive.
Gli ecosistemi forestali complessi possiedono caratteristiche biologiche specifiche dagli straordinari benefici sul corpo umano, sappiamo che è efficace nel combattere lo stress e nello specifico il tecnostress, oggi molto diffuso, di rinforzare il sistema immunitario, regolare la pressione arteriosa e far scendere il colesterolo. Tutto questo succede in molti modi diversi: gli alberi e il suolo della foresta, ad esempio, sono una fonte importantissima di sostanze organiche volatili.
Avete presente il profumo del bosco, magari dopo la pioggia? Sono i terpeni, sostanze biogeniche, generate dalla biologia, generate dalla vita, che noi respiriamo, e hanno la caratteristica di ridurre lo stato infiammatorio dell’organismo. Non solo, stare nella foresta favorisce l’ottimismo e le sensazioni positive, combatte la depressione e ha un forte impatto sul nostro umore, così come dimostra un’incredibile quantità di studi su depressione, ansia e disturbi dell’umore.
E’ molto utile dunque che i benefici della natura vengano ribaditi e approfonditi da un metodo pratico di azione e comportamento quale è la Forest Therapy, uno strumento potentissimo anche per un nuovo approccio alla foresta e alla natura in generale, per un sano, e oramai necessario, ritorno alle origini, si potrebbe dire che è una visione nuova, futurista e antica nello stesso tempo.
Perché attraverso questo metodo si sviluppa la capacità di essere nella relazione con la natura, incentivando quindi un nuovo rapporto con l’ambiente, un nuovo paradigma di relazione con la natura, basato sull’ecologia profonda, che si contrappone all’ecologia classica, fortemente antropocentrica.
La natura non può essere “salvata” alle condizioni di questa ecologia di superficie, “mainstream”, è necessario quindi porre le basi di un nuovo riequilibrio uomo-natura e uomo-foresta.
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