Sul magazine Sardiniapost di novembre/dicembre, nell’articolo “Un chakra chiamato Sardegna”, c’è anche la mia intervista sull’argomento meditazione e yoga nel loro legame con la natura sarda.
Mi ha onorato poter dare la mia testimonianza su un argomento che da un pò di tempo a questa parte è diventato il fulcro della mia vita personale e professionale: vivere il lato spirituale e meditativo della, e nella, natura della mia isola, che percepisco fortemente mistica e sacra, non a caso c’è chi la definisce uno dei chakra della terra, cioè uno dei sette luoghi del pianeta ad alto potenziale energetico, come si approfondisce nell’articolo.


“In Sardegna la pratica di discipline come lo yoga e la meditazione esprimono un potenziale ancora più forte grazie al legame stretto con il suo territorio, la sua natura, il suo clima. In una parola la sua energia. Esiste davvero un potenziale energetico dei luoghi, ed questo che ci dà sensazioni che arrivano direttamente dentro di noi quando li raggiungiamo”.
La terra è la nostra seconda madre, recuperare il rapporto con lei e i suoi elementi significa sentirne dentro di noi forze ed energie, che ci consentono di riappropriarci della metà mancante, il nostro istinto, il piano della percezione oltre i sensi comuni, che ci riporta nel poetico cammino del pensiero del cuore.
Mente e cuore un po’ più vicini, questa è la rivoluzione della Natura, una rivoluzione gentile, perché la Grande Madre ti chiama a sé dolcemente.
Tutto questo, con il tempo e inevitabilmente, porta alla riscoperta del sacro, del piano divino di noi stessi, e dell’esistenza, nel modo più immediato e senza filtri che possa esistere.